Cambiamenti e rotture

Nella vita mi è capitato di incontrare persone che sono cambiate dopo aver avuto un minimo di successo.

Non sto parlando di successo planetario, ma di un successo “normale”, che poteva semplicemente tradursi in un livello lavorativo superiore o un ufficio più bello.

Di alcune non mi importa, ma di altre – con le quali avevo un rapporto più profondo – sì, e ricordandole provo ancora una certa amarezza.

Erano cambiate. Erano cambiati i loro modi di fare, di parlare, di atteggiarsi e naturalmente di rapportarsi con me. Ma quello che più mi colpiva non era tanto il loro “tirarsela”, quanto lo sforzo continuo, costante, imperterrito, per far sembrare la loro condizione normale. Della serie: io non sono arrivato in alto, e te lo sbatto in faccia. No, io in alto ci sono sempre stato. Un po’ come gli arricchiti che fanno di tutto per dimostrare un’abitudine al loro status, perché non si noti la differenza tra quello che erano prima e quello che sono diventati.

Peccato che l’amicizia e i rapporti umani non si misurino in base al conto in banca o al successo lavorativo, almeno per me. E, una volta persi, non si possano ricomprare.