La nostra festa

Oggi è la festa di chi lavora, lo so. Ma il mio pensiero va a tutti quelli che un lavoro lo stanno ancora rincorrendo, con tenacia e con fatica. A chi vorrebbe lavorare e non ci riesce. E a chi ci riesce, ma certo questo non era il lavoro che sperava. A chi pur di lavorare ha accettato qualsiasi cosa, compreso ingoiare rospi amari dalla mattina alla sera. E a chi di lavori magari ne fa tre per portare a casa qualcosa di simile a una specie di stipendio.

Oggi è la festa di chi lavora, e il mio pensiero corre a chi del lavoro ha fatto un sogno, che insegue con forza e con volontà. A chi è andato lontano per riuscire a trovarlo, e a chi ha deciso di restare, perché per quanto malandata sente che questa è ancora casa sua. A chi è riuscito a fare della propria passione una professione, e a chi svolge con passione anche una professione che non è esattamente quello che voleva.

Oggi il mio pensiero va a quando ero bambina, e mi chiedevano “cosa vuoi fare da grande?” e io volevo fare la macellaia, o la benzinaia (che adoravo il profumo della benzina), oppure vendere bottoni, ma per non scontentare nessuno rispondevo “la ballerina”, che tanto lo dicevano tutte. E oggi che non sono né ballerina, né benzinaia, mi torna in mente tutta la strada che ho fatto per arrivare fino a qui, ma soprattutto quella che c’è ancora davanti a me, ed è lì che cerco la forza e il coraggio per andare avanti nonostante la nebbia.

Il mio pensiero va a tutti voi, che andate a letto stanchi ma ancora pieni di speranze e desideri da realizzare, che vi svegliate la mattina dopo più stanchi di prima e a volte anche un filino scoraggiati, ma che non riuscite a smettere di cercare e di lottare.

Oggi, primo maggio, è soprattutto la vostra – la nostra – festa.