Che cosa vuoi fare da grande?

Quando avevo sei anni e mi chiedevano cos’avrei voluto fare da grande, nella mia testa rispondevo la benzinaia – adoravo quel profumo – o l’addetta al banco dei salumi – una delle poche cose che mangiavo era il prosciutto. Poi, però, dicevo sempre la ballerina: perché era questo che credevo gli altri si aspettassero da me e perché era quello che rispondevano tutte le mie compagne. Così, visto che dovevo fare i conti con una timidezza ai limiti della patologia e venivo già sufficientemente presa in giro, nessuno mi avrebbe notata.

A tredici anni, alla stessa domanda rispondevo che avrei voluto fare la maestra. Mestiere di tutto rispetto, certo, ma anche in quel caso non rispecchiava ciò che avrei voluto davvero fare. Piuttosto, anche questa risposta era il frutto di un ragionamento preciso, che portava a un’unica conclusione: nessuno mi avrebbe detto che non ero abbastanza brava per finire dignitosamente quattro anni di istituto magistrale. Che io potessi frequentare una scuola più impegnativa e addirittura iscrivermi all’università era un’ipotesi non pervenuta. (Sì, se ve lo state chiedendo, gli insegnanti che ho avuto non erano i miei fan numero uno.)

Ma il punto non erano gli insegnanti, né le prese in giro, né tantomeno quello che gli altri pensavano di me. Il punto era quello che pensavo io. Il punto era che le mie risposte alla fatidica domanda cosa vuoi fare da grande? o, meglio, cosa vuoi diventare? erano le tipiche risposte di una persona che non ci credeva abbastanza. Non ero mai abbastanza brava, non ero mai abbastanza sicura, non avevo mai abbastanza fiducia in me stessa.
E se non hai fiducia in te stesso non potranno mai esserci risposte giuste.

Dagli esami di terza media a oggi di tempo ne è passato, di cose ne sono successe tante. Non sono diventata una benzinaia, non lavoro al banco dei salumi e non faccio la maestra. Ma ho imparato a crederci. Ho imparato a darmi una possibilità. Ho imparato ad avere fiducia in me, con i miei limiti e le mie difficoltà. Ho imparato a non chiedermi sempre ci riuscirò? oppure sarò abbastanza brava? ma semplicemente a provarci. Perché se non ci provi tu, nessuno lo farà per te. Certo non chi ti prende in giro o chi è lì per giudicarti, che sia il tuo professore o il tuo capo.

Ed è così che, un giorno, alla fatidica domanda cosa vuoi fare da grande? non avremo più bisogno di trovare una risposta. Perché quello che vogliamo fare lo staremo già facendo.

 

Photo by Saad Chaudhry on Unsplash